Il commento dell’AD Andrea Eminente
Maggio, per Unifrigo Gadus, è stato un mese di annunci. Nuovi prodotti, nuovi visioni di mercato, aperture all’estero e servizi.
La nostra azienda ha scelto due cornici di prestigio per i suoi annunci, due delle fiere più importanti del settore: Seafood Expo di Barcellona e Tuttofood 2025.
In entrambe le occasioni, il nostro Amministratore Delegato, Andrea Eminente, ha rappresentato Unifrigo Gadus e soprattutto la sua storia – che è, poi, quella della sua famiglia – che da quasi 150 anni continua a innovare il mercato ittico italiano.
Ora che Eminente è tornato in sede, abbiamo approfittato per scambiare quattro chiacchiere con lui, per sapere cos’ha scoperto durante le fiere e quali sono le innovazioni – e i trend – che ha individuato e su cui lavorerà in futuro.
Maggio è stato un mese parecchio intenso, qual è il bilancio di queste fiere?
Intenso è un eufemismo, se consideriamo che negli stessi giorni c’è stato anche lo Slow Fish al Porto Antico di Genova, una delle città natali dell’azienda a cui siamo particolarmente legati.
Diciamo che io ho dovuto fare la spola tra Milano, Genova e Barcellona, ma non avrei potuto farcela senza una squadra straordinaria come quella di Unifrigo Gadus, soprattutto i responsabili commerciali come Gianluca Trentini e Mario Mirra, ma in generale tutti i collaboratori.
Per quanto riguarda le fiere, mi sento di dire che quest’anno le cose sono andate molto bene, tanta curiosità per i prodotti e le linee dei marchi storici, Marca Scudo Genova ed Excelsior. Insomma, abbiamo fatto un buon lavoro per attirare pubblico e dargli prodotti validi, e mi sento di dire che per ora il risultato si è visto.


Quindi un’ottima risposta da parte di retailer, consumatori e appassionati. Su quali prodotti o servizi nello specifico?
Sono in particolare due le categorie di prodotto: da una parte, il baccalà in cartoncino 100% riciclabile, con un risparmio del 90% di plastica. Prodotti che rientrano sia in Marca Scudo – Vitasana, il brand pensato per sportivi e diete specifiche, ready-to-cook, che in Excelsior, il brand più classico con il baccalà da dissalare e preparare con le proprie mani.
Quindi stesso prodotto ma modalità di presentazione diversa.
Diciamo di sì, sono referenze assolutamente sostenibili non solo in termini di prodotto – il baccalà lo è in generale, molto più di altri pesci, a essere sincero, per le modalità di pesca – ma soprattutto di servizio: grazie alla collaborazione con Box Marche, abbiamo studiato un packaging con uno scarsissimo impatto ambientale. Stesso prodotto, ma valori nutrizionali, ricettario e sostenibilità più ampi.

E l’altra categoria di prodotto che avete presentato?
L’altro, secondo me, sarà il prodotto dell’anno: il tonno in busta, con e senza euroforo.
Perché sarà il prodotto dell’anno?
Almeno per due ragioni. La prima è che grazie al confezionamento, il risparmio di olio d’oliva è estremo: riusciamo a dare al retailer e al consumatore lo stesso prodotto con un prezzo contenuto. La seconda, la più importante, è che questo packaging permette di ridisegnare il momento d’acquisto da parte dell’utente.
Cioè?
Pensate a come di solito acquistate il tonno. Dove lo trovate? A scaffale. In scatoletta, magari, o in altre forme, ma comunque a scaffale. Ecco, questo packaging, più stretto, piatto, occupa meno spazio e, nella versione con euroforo, può essere appeso. E questa non è una cosa da poco, perché vuol dire che può essere posto anche in luoghi diversi del supermercato, ad esempio, dove il consumatore non se lo aspetta. Vicino alle casse, per dirne una.
Allora si vede lì un prodotto inaspettato che attira la sua attenzione, gli piace il pack, il prodotto gli serve – magari per fare i tramezzini ai figli prima di portarli a scuola – il prezzo è contenuto, e lo acquista.
Poi scopre che è anche comodo, perché è rapido da aprire, occupa meno spazio, sia nella conservazione che nello smaltimento. In pratica, potrebbe anche ridisegnare la nostra tipologia di consumo del prodotto facendo apparire la scatoletta – difficile da aprire e con cui ci si può tagliare – addirittura obsoleta.
Qual è la risposta da parte del pubblico?
Devo dire che siamo tra i pochi, per il momento, ad aver optato per questa strada. Il mercato delle conserve ittiche, da sempre, è abbastanza resistente al cambiamento. Però, in particolare a Barcellona, per il Seafood Expo, ho notato grande curiosità. Perché, appunto, in un mercato che spesso è in stallo, un cambiamento prorompente si fa subito notare.
Ora che ci hanno notati il nostro compito è dimostrare che abbiamo ragione. È successo già molte volte in passato, accadrà anche adesso. Del resto, Unifrigo Gadus fa così da quasi 150 anni e siamo ancora qui a parlarne. Abbiamo l’occhio lungo, vedremo.
Passando ai due prodotti storici dell’azienda, baccalà e stoccafisso, quali trend si possono notare?
Dobbiamo essere sinceri: in questi anni alcuni settori dell’ittico si sono dimostrati più avanti e recettivi di altri. Per esempio, il mondo del congelato già da tempo si è sbloccato, recependo i cambiamenti di gusto e preferenza da parte del mercato – compreso il prezzo, inutile negarlo. Altri settori, invece, hanno proposto fino a oggi le stesse cose, prodotti e servizi, che proponevano 100 anni fa. Mi riferisco nello specifico a baccalà e stoccafisso dove siamo una delle poche aziende a innovare, con enorme fatica – perché, appunto, non lo fa quasi nessuno.
Voglio essere molto franco su questo: muoversi non è più questione di crescita, è una questione di sopravvivenza. O ci muoviamo, o resteremo al palo.
Quindi nessun ottimismo all’orizzonte?
L’ottimismo c’è. Devo dire che a Barcellona – che per me è sempre una finestra sul presente e sul futuro del nostro settore – ho visto un po’ di movimento. Innovazione, finalmente. Si inizia a parlare di innovazione anche per baccalà e stoccafisso.

Una cosa che Unifrigo Gadus ha iniziato a fare già da tempo, giusto?
Corretto. Noi abbiamo iniziato, ad esempio, anni fa con la destagionalizzazione del baccalà, prodotto tipicamente invernale che oggi vogliamo far entrare nella dieta di ogni stagione. Perché se lo merita, ed è possibile farlo.
Ma soprattutto il consumatore – e di conseguenza il retailer – non si avvicina con prodotti che vengono dalla luna, si avvicina con l’innovazione di servizio. E quindi, ad esempio, certificazioni di sostenibilità, controllo della filiera a 360°, servizi, nuovi packaging eccetera. Insomma, devi avere inventiva. Il prodotto è talmente buono che si fa notare da solo, ma se tu azienda che tratti il prodotto non lo innovi, non lo presenti nel modo giusto al consumatore, che speranze hai di venderlo?